Visitando i nostri cimiteri possiamo ammirare opere d’arte di notevole valore artistico. Spesso sono nascoste e poco valorizzate, anche per la loro funzione e uso privato. Più spesso sono lasciate nell’incuria più totale. In modo particolare le opere più antiche. E’ per la sensibilità e per la cura delle famiglie, le cui cappelle private ospitano queste opere, che grazie a loro possiamo godere di questi piccoli capolavori. Un’arte considerata minore, quella cimiteriale, ma che di minore, spesso, non ha niente. Le famiglie spesso si sono rivolte a bravi artigiani se non a scultori o decoratori famosi. In questo modo hanno contribuito ad arricchire i cimiteri di opere che sono rimaste nel tempo.
Come la Statua in marmo di Carrara, di pregevole fattura, che si trova in una cappella privata al cimitero di Novi Ligure. Le sue condizioni apparivano molto critiche, al mio primo sopralluogo. La cappella aveva il tetto in pessime condizioni, lasciando penetrare acqua piovana dappertutto. In particolare sulla Statua e su tutto il Monumento funerario. Il tempo e l’incuria avevano fatto il resto. Come le foto qui accanto dimostrano chiaramente.
Il restauro
Quando si affronta un lavoro di restauro, la prima operazione è quella di documentare il più possibile lo stato in cui si trova il manufatto. Il passaggio successivo è approntare tutte le opere necessarie per la sua sicurezza. Bisogna assicurarsi che parti del manufatto particolarmente degradate, non possano staccarsi, muoversi o quant’altro durante le operazioni di restauro.
In breve
- la Statua di notevole qualità artistica, si presentava in uno stato di evidente degrado sia estetico che materico, il deposito particellare di natura incoerente, si era depositato sino a creare una spessa patina nerastra nascondendo la superficie bianco-perlacea del marmo di Carrara. Erano altresì evidenti segni di degrado materico che avevano impoverito la struttura della pietra. In particolare la presenza dei cristalli di carbonato di calcio se sollecitati da sostanze acide tende a disgregarsi perdendo la sua naturale compattezza.
- In seguito alle considerazioni di cui sopra, per un recupero estetico e strutturale della statua è stata eseguita un’accurata (ma non invasiva) rimozione della patina nerastra. Si è proceduto con con impacchi di resina scambiatrice di ioni. Le prove preliminari di pulitura hanno confermato che questo era il mezzo più adatto.
- Le relative stuccature o microcavillature e la ripresa di piccole parti mancanti sono state eseguite con un materiale simile all’originale.
- Infine è stata steso silicato di etile su tutta la staua, ma in modo particolare sulle parti degradate.